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Prestazioni

L’unico modo per migliorare il rapporto con il cibo e con il proprio corpo è quello di intraprendere un cammino multidisciplinare, dal punto di vista nutrizionale e comportamentale.
L’obiettivo principale da raggiungere è il miglioramento del tuo stato di salute psico-fisico stabilendo un percorso dietetico-nutrizionale personalizzato, sulla base dei principi della Dieta Mediterranea salvo casi particolari (in cui sia necessario applicare protocolli dietoterapici specifici).
Insieme impareremo ad essere padroni della nostra alimentazione e protagonisti delle nostre scelte.

Dieta personalizzata

La dieta personalizzata va elaborata in base alla condizione fisio/patologica del soggetto in esame, allergie o intolleranze alimentari, attività fisica ecc.

Il fabbisogno energetico del soggetto dipende sia dalla persona sia dallo stile di vita che conduce; la maggior parte delle calorie dev’essere assunta nella prima parte della giornata.

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Dieta per lo sportivo

L’attività fisica è benefica sotto molteplici aspetti: aiuta nella perdita di peso, migliora la funzionalità cardiovascolare ed il profilo lipidico oltre ad aumentare la sensibilità all’insulina e conferire una sensazione di benessere che incrementa la qualità della vita.

L’associazione dell’attività fisica alla corretta alimentazione è la tecnica più efficace per riuscire ad avere successo nella perdita di peso a lungo termine e di migliorare notevolmente lo stato di salute.

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Dieta dimagrante

Molte persone ricevono programmi nutrizionali forniti da non specialisti del settore, che programmano una “dieta per perdere peso”, pur essendo privi dell’abilitazione alla professione e di competenze (personal trainer, naturopati, erboristi ecc.).

Per di più, seguire una dieta per dimagrire fornita da un giornale o sul web non ha alcun fondamento metodologico in quanto ogni paziente va valutato caso per caso, non vanno mai generalizzati.

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Dieta vegetariana

La nascita della dieta vegetariana risale all’Antico Egitto dove, nel 1550 aC, i soggetti appartenenti alla classe sacerdotale non dovevano consumare alimenti di origine animale perché considerati impuri; tuttavia a quel tempo anche la popolazione generale era almeno vegetariana perché la carne non era accessibile a tutti.

Dall’Antica Grecia al Medioevo sono tantissimi i pensatori che richiamano il pensiero vegetariano, da Pitagora influenzato dalle correnti orientali (le religioni orientali – induismo, buddismo e taoismo – invitano ad vegetarianismo per via della reincarnazione) a Socrate che invece ne individuava una motivazione maggiormente politica: l’allevamento richiede un maggior quantitativo di terre e per ottenerle si rendono necessarie delle guerre.

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Dieta vegana

Nell’avvicinarci ad una dieta vegana, spesso non si hanno punti di riferimento consolidati, e si tende a improvvisare, con effetti potenzialmente dannosi. La dieta vegana, infatti, può dirsi salutare e completa solo se bilanciata per soddisfare tutte le esigenze nutritive. Ecco perché se desideri avvicinarti ad una alimentazione vegana dovresti rivolgerti ad un professionista della nutrizione qualificato e competente.

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Dieta mediterranea

La Dieta Mediterranea nasce grazie alla scoperta dello scienziato Ancel Keyes che notò una maggior aspettativa di vita e una minor incidenza di malattie cardiovascolari tra le popolazioni del bacino mediterraneo. Il biochimico-fisiologo americano, nel suo libro pubblicato nel 1975, prevedeva nella suddetta dieta: il consumo di molto pane, piatti completi e nutrienti come pasta e fagioli, poco condimento, tanta verdura e frutta fresca per dessert, la carne in modeste quantità e solo una volta a settimana ed inoltre un modesto consumo di vino durante i pasti.

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Dieta per intolleranze e allergie

Il nutrizionista può intervenire efficacemente nei casi di allergie ed intolleranze alimentari elaborando diete specifiche (soprattutto quando il quadro è piuttosto complesso e difficilmente gestibile) oppure quando si verificano reazioni crociate tra allergeni di varia natura e alimenti.

Chi sia alle prese con problemi di questo tipo dovrebbe cominciare ad annotare con precisione tutti i cibi e le bevande consumate prima del manifestarsi dei sintomi per identificare, con pazienza, attenzione e con l’assistenza di un professionista del settore, i possibili colpevoli dei fastidiosi disturbi.

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Dieta per la celiachia e sensibilità al glutine non celiaca

La celiachia è una patologia intestinale caratterizzata da un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in cereali come frumento, farro, kamut, orzo o segale, che causa un’atrofia parziale o totale dei villi intestinali con conseguente riduzione dell’assorbimento dei nutrienti.

La dieta senza glutine è l’unica terapia che garantisce al celiaco di mantenere un perfetto stato di salute e di ridurre il rischio di complicanze e di mortalità.

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Dieta in gravidanza

Già nel 400a.C. Ippocrate consigliava una dieta sana, variata e senza eccessi perché un buon stato nutrizionale della donna prima e durante la gravidanza favorisce la salute materna, riduce il rischio di complicanze della gravidanza, di difetti alla nascita o di una non ottimale crescita fetale nonché di malattie croniche in età adulta nel nascituro.

Le donne che in gravidanza hanno un eccessivo incremento ponderale aumentano anche il rischio di esiti avversi per i neonati – come ipoglicemia, più basso indice di Apgar e policitemia – mentre per la madre si associa ad un aumento del rischio di obesità a lungo termine, in particolare per le donne che non riescono a perdere il peso accumulato entro i 12 mesi dal parto.

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Dieta nell’allattamento

Per secernere la quantità media di latte giornaliera (circa 750-800 mL) occorrono alla donna 500 kcal in più rispetto al fabbisogno quotidiano normale, almeno per i primi 6 mesi in caso di allattamento esclusivo.

Bisogna anche aumentare la quota di proteine fino a raggiungere il 20% delle calorie totali giornaliere, a scapito invece di quella glucidica (50%) perché i lipidi devono rimanere stabili intorno al 30%.

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Dieta nella menopausa

La menopausa è definita dall’OMS come la definitiva cessazione dei cicli mestruali derivante dalla perdita della funzione follicolare ovarica, e viene diagnosticata retrospettivamente dopo 12 mesi consecutivi di amenorrea che non abbia altre cause fisiologiche o patologiche (tuttavia anche il periodo che la precede è delicato). Nella donna avvengono delle modificazioni fisiologiche non indifferenti come la redistribuzione del grasso corporeo, l’aumento della pressione sanguigna e del rischio di dislipidemie insieme al rischio cardiovascolare. Vi è invece una riduzione della massa ossea che predispone all’osteoporosi, il cui rischio nelle donne è tre volte più elevato rispetto agli uomini.

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Dieta per ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico è un disordine endocrino noto anche come policistosi ovarica, micropolicistosi ovarica, sindrome di Stein-Leventhal o PCOS (PolyCystic Ovary Syndrome); è una delle malattie endocrine e dei disordini metabolici più comuni nella donna in età fertile.

Il controllo del peso e lo stile di vita attivo sono di fondamentale importanza poiché l’attività fisica ed un regime alimentare adeguato hanno un notevole impatto sul quadro metabolico, sulla funzione ovarica e possono contribuire a ripristinare la fertilità.

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Dieta per obesità

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. L’eccesso ponderale è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, in genere a causa di un’alimentazione scorretta e di una vita sedentaria. Ci sono diversi fattori che possono predisporre allo sviluppo dell’obesità, tra cui figurano quelli ereditari, socio-ambientali con prevalenza nelle classi socio-economiche più basse, comportamentali e psicologici.

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Dieta per la sindrome metabolica

L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce la sindrome metabolica: “complessa patologia cronica multifattoriale caratterizzata da un eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, tale da determinare un rischio per la salute”.

Si tratta di una situazione clinica ad alto rischio cardiovascolare che comprende sia una serie di fattori di rischio sia di sintomi che si manifestano contemporaneamente nell’individuo.

La sindrome metabolica è strettamente correlata all’obesità, ma dipende molto anche dalla tipologia di distribuzione corporea del grasso.

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Dieta per il diabete

Si tratta di un gruppo eterogeneo di malattie che pur avendo delle caratteristiche comuni, presentano diversa eziologia.

La terapia dietetica va definita con un professionista della nutrizione e deve tenere conto di età, tipo di diabete e sua terapia, obiettivi di peso corporeo, preferenze alimentari, svolgimento di attività fisica o sport.

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Dieta per l’ipertensione

L’ipertensione arteriosa è uno stato, costante e non occasionale, in cui la pressione arteriosa a riposo risulta più alta rispetto agli standard fisiologici considerati normali. Si tratta di una patologia che non comporta sintomi rilevanti ma, se non curata, può sfociare in complicanze severe; appartiene ai fattori di rischio cardiovascolari.

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Dieta per dislipidemia

Con il termine dislipidemia o iperlipoproteinemia si intende l’alterazione della quantità di grassi o lipidi normalmente presenti nel sangue. Sono patologie che possono presentare una forma ereditaria, ed in questo caso sono chiamate primitive e si tratta solitamente di malattie monogeniche; più comunemente tuttavia si riscontrano delle forme che si presentano in concomitanza a fattori esterni come l’eccessiva assunzione di grassi attraverso la dieta o come complicanza di una patologia, e vengono in questo caso nominate come secondarie.

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Dieta per reflusso gastro-esofageo

Il reflusso gastroesofageo è una condizione caratterizzata da episodi ripetuti di risalita di contenuto gastrico verso l’esofago; il sintomo più comune è il bruciore di stomaco – che si manifesta con pirosi o dolore retrosternale.

Il trattamento dietetico non è in grado di curare il disturbo ma ha lo scopo di ridurre al minimo i sintomi associati al reflusso e il rischio della comparsa di esofagite e delle sue complicanze; i cibi normalmente non causano danni ma possono aggravare la situazione per stimolazione della secrezione acida e per distensione delle pareti dello stomaco.

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Dieta per la gastrite

La gastrite è una patologia infiammatoria della mucosa dello stomaco, che si può presentare in forma acuta o cronica; spesso è causata dall’uso prolungato o incongruo di farmaci gastrolesivi (es. antiinfiammatori non steroidei), dal consumo eccessivo di bevande alcoliche e/o dall’abuso di caffè oppure da un’infezione provocata dal batterio Helicobacter Pylori. Interventi chirurgici o traumi possono essere fattori predisponenti, ma anche uno stile di vita frenetico e cattive abitudini alimentari.

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Dieta per le Malattie infiammatorie croniche dell’intestino

Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI o IBD – Inflammatory Bowel Disease) sono patologie che causano un’infiammazione persistente o ricorrente dell’apparato digerente, con sintomi come diarrea, dolore addominale, sanguinamento rettale e perdita di peso.

Le principali infiammazioni croniche idiopatiche dell’intestino sono rappresentate dal morbo di Crohn e dalla colite ulcerosa.

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Dieta per la sindrome dell’intestino irritabile (IBS)

Circa il 20-25% della popolazione mondiale è affetta da sindrome dell’intestino irritabile o IBS (dall’inglese Irritable Bowel Syndrome) che rientra tra i disturbi dell’interazione tra intestino e cervello.

La strategia terapeutica per la sindrome dell’intestino irritabile si basa principalmente sul trattamento dei sintomi riferiti dal paziente, essendo spesso sconosciuta la causa scatenante.

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Dieta per diarrea e stipsi

La diarrea si configura come un aumento del contenuto di acqua nelle feci; si può presentare in una forma acuta se dura meno di quattro settimane, oppure cronica.
La stipsi, anche detta costipazione, è invece il disturbo opposto: si caratterizza per la difficoltà o l’insoddisfazione all’evacuazione.
Il metodo diagnostico per eccellenza è la colonscopia, anche se ad oggi viene svolta molto spesso la colonscopia virtuale – ovvero una TAC al colon che si serve di una ricostruzione computerizzata attraverso software specifici – poiché meno invasiva

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Dieta per sovraccrescita batterica intestinale SIBO

La SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth) è una sindrome clinica secondaria alla presenza una sovraccrescita della popolazione batterica intestinale. I sintomi correlati a questa condizione sono diarrea, dolore o discomfort addominale e meteorismo.

Nei soggetti al di sotto dei 50 anni non è mai presente, mentre tra i 50 ed i 74 anni ha una prevalenza del 10% che incrementa al 64.3% negli anziani.

La cura della patologia viene effettuata somministrando antibiotici intestinali in contemporanea con alte dosi di probiotici.

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Dieta per malattia diverticolare

La malattia diverticolare – anche detta diverticolosi del colon – è una patologia molto diffusa soprattutto nei soggetti con più di 50 anni di età ma si presentano dei casi anche nei giovani. La malattia diverticolare di solito non è una malattia chirurgica, ma si cura con la terapia medica e nutrizionale.

La sintomatologia della malattia è piuttosto complessa perché la diverticolosi – ovvero la malattia diverticolare non complicata – è totalmente asintomatica e si può individuare solo effettuando una lastra, una TAC o una colonscopia.

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Dieta per steatosi epatica non alcolica

La steatosi epatica non alcolica è un’alterazione del fegato analoga a quella riscontrabile in caso di abuso di alcool ma i soggetti non bevono esageratamente ed inoltre non sono presenti altre cause tipiche (HBV, HCV, ..). Rimane comunque una patologia che nella maggioranza dei casi ha un’evoluzione benigna e reversibile: la terapia si basa solo sulla modificazione della dieta e dello stile di vita.

Il metodo diagnostico di maggiore importanza è l’ecografia: il grasso riflette gli ultrasuoni molto più del parenchima normale del fegato

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Dieta per Ipertiroidismo ed Ipotiroidismo

L’ipertiroidismo è una sindrome clinica caratterizzata da un eccesso di produzione di ormoni tiroidei; le cause di tale patologia sono molteplici ma sono riassumibili in tre quadri clinici: presenza di gozzo o struma, presenza di noduli presenza di un processo infiammatorio.

L’ipotiroidismo è una sindrome clinica causata da un deficit di ormoni tiroidei; si distinguono un ipotiroidismo primario – deficit a livello tiroideo, piuttosto frequente – ed uno secondario – deficit di secrezione di TSH ipofisiario, molto raro.

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Terapia per il colesterolo alto

Per chi soffre di colesterolo alto la dieta dovrebbe essere ipocalorica, ipolipidica e normoproteica; è importante che i grassi saturi siano tenuti sotto controllo, soprattutto quelli a catena intermedia.

L’assunzione massima consigliata di colesterolo è di 300mg, sebbene esso dipenda solamente per il 20% dalla dieta ed il restante 80% è invece determinato da fattori genetici.

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Alimentazione e prevenzione oncologica

Con una sana e corretta alimentazione si stima che ben il 50% dei tumori potrebbe essere prevenuto, dato importante dal momento che rappresentano la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari.

In Italia, i tumori predominano nell’anziano, ma una buona percentuale coinvolge anche giovani e giovanissimi; il più frequente è il tumore alla mammella, seguito dal cancro del colon retto; particolarmente frequenti sono anche quelli alla vescica, alla prostata, all’utero e al polmone.

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Prevenzione alimentare nelle malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo, ma quasi l’80% degli eventi che si verificano sarebbero prevenibili con uno stile di vita sano ed una corretta alimentazione.

Sfortunatamente l’obesità e il sovrappeso stanno aumentando nel mondo così come le persone che presentano livelli elevati di colesterolo, e che non svolgono sufficiente attività fisica. In Italia i dati sono allarmanti: tra il 28 e il 38% della popolazione fuma, la prevalenza del diabete è intorno al 9% e quella dell’ipertensione più del 40%; circa il 50% delle persone sono obese, più del 60% presenta dislipidemie e più del 50% non svolge attività fisica.

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