La nutrigenomica è una disciplina che studia l’interazione tra geni e alimentazione. La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari che sono stati diffusi in alcuni Paesi del bacino mediterraneo, ed è da ciò che deriva il nome, ispirato alle abitudini alimentari di Spagna, Italia e Grecia negli anni ’60. La dieta mediterranea rappresenta un vero e proprio modello di dieta sana e sostenibile, in grado di prevenire e contrastare il rischio di insorgenza di importanti patologie croniche come il diabete.
- Nutrigenetica – studia come le variazioni genetiche possono modificare l’assorbimento ed il metabolismo dei nutrienti
- Nutrigenomica – studia come l’assunzione di determinati cibi sia in grado di modificare l’espressione genica
- Epigenomica nutrizionale – studia come la dieta influenza il DNA attraverso modifiche epigenetiche (non mutazioni ma variano l’espressione in maniera stabile ed ereditabile, seppur reversibile); particolarmente importante nella gestazione, aumentano determinati fabbisogni come per esempio quello dell’acido folico.
I principali campi di interesse su cui ci si concentra in questo momento sono quello del cancro – molte terapie prevedono l’utilizzo di molecole di origine naturale o derivati, e una grande fetta della ricerca si occupa di individuarne di nuove – e sulle malattie degenerative, che riguardano spesso la perdita della stabilità di proteine che assumono strutture diverse da quella nativa.
Dieta mediterranea e relazione con malattie
Il ruolo dell'epigenetica
- La vitamina B12 è necessaria alla sintesi della metionina;
- La colina e la betaina presentano un azoto trimetilato;
- Il butirrato è in grado di incrementare l’acetilazione degli istoni (deriva dal metabolismo della flora batteria intestinale – microbioma molto importante, fermentazione dell’amido resistente e della fibra solubile);
- L’oleuropeina previene le malattie neurodegenerative;
- La vitamina B6 si occupa di trasformare il tetraidrofolato in metilen-tetraidrofolato, ma anche del recupero dell’omocisteina – fondamentale per l’omeostasi ossidativa dell’organismo, in quanto la sua trasformazione in cisteina dà l’impulso per la sintesi del glutatione. L’incremento di omocisteina nel sangue potrebbe essere sintomo di patologia oppure concausa, ed è fattore di rischio per la formazione delle placche ateromatose.