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Alcuni consigli alimentari per le donne in stato di gravidanza, come l’assunzione di acqua, frutta, verdura, pesce, calcio, vitamina D e proteine. Evitare il consumo di alcol, caffè, fegato, pesce di grossa taglia e selvaggina.
Alimenti critici: quelli che possono essere fonte di contaminazione o di malattie infettive per la madre e il feto, come la toxoplasmosi, la listeriosi e la salmonellosi. Si raccomanda di lavare bene frutta e verdura, cuocere bene le carni e i prodotti animali, consumare solo latte pastorizzato e evitare i prodotti crudi o non inscatolati.

La prima buona abitudine da non dimenticare è l’assunzione di almeno 1,5L di acqua al giorno, utile a prevenire la stipsi insieme al consumo di almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura. Bisogna mangiare almeno 2 porzioni a settimana di pesce ricco di omega3 allo scopo di raggiungere l’intake raccomandato di DHA (200mg al giorno) ma in caso di scarso apporto è necessaria l’integrazione a partire dal II trimestre; per l’intake di calcio e vitamina D invece si consigliano almeno 2-3 porzioni a settimana di prodotti caseari, preferibilmente magri. Bisognerebbe altresì introdurre frutta secca e semi oleosi che sono ricchi di vitamine e acidi grassi polinsaturi, così come andrebbe consumata ogni giorno una fonte adeguata di proteine ad alto valore biologico (carni magre, uova, formaggi o legumi e cereali in associazione). Infine bisogna privilegiare alimenti integrali evitando invece il consumo di quelli raffinati e degli zuccheri semplici – utili a prevenire il diabete gestazionale.

Per quanto riguarda alimenti particolari come il caffè, vi sono evidenze che fino a 200mg al giorno di caffeina (pari a 3 espressi) non comportano effetti negativi né per la madre né per il feto pertanto una riduzione è consigliata solo nelle donne che sono abituate ad assumerne di più. Prestare attenzione anche al consumo di altre fonti come il tè, che si sommano.

Da vietare è invece il consumo di alcol, in quanto l’etanolo interferisce sicuramente con la sintesi proteica e con il trasferimento transplacentare di amminoacidi e glucosio contribuendo a diverse alterazioni a carico del feto: iposomatismo fetale, ipoglicemia fetale, ipoinsulinemia, decremento degli ormoni tiroidei e riduzione dei depositi di glicogeno epatico.

Per la donna in stato di gravidanza vi sono diversi alimenti critici cui prestare attenzione: il pesce, per via della possibile contaminazione da metilmercurio e diossine (si consiglia di limitare il consumo di pesci di grossa taglia e variare la tipologia); la selvaggina, che potrebbe presentare un elevato contenuto di piombo; infine il fegato, che andrebbe evitato per scongiurare un eccessivo apporto di vitamina A. Oltre al pericolo contaminazioni vi è anche quello di diverse malattie infettive che si possono contrarre con gli alimenti e possono essere piuttosto pericolose per il bambino:

  • Toxoplasmosi – asintomatica o a sintomatologia lieve, simile all’influenza;
  • Listeriosi – sintomatologia lieve simile all’influenza o più raramente acuta con encefaliti e meningiti;
  • Salmonellosi – sintomi gastrointestinali e/o simili all’influenza.

Sono tutte accomunate dal fatto che danno dei sintomi simili all’influenza e pertanto potrebbero essere sottovalutate.

La toxoplasmosi si può contrarre dal contatto con le feci dei gatti (è bene quindi non pulirne la lettiera) ma può contaminare anche verdure e carni; per ridurre il rischio di ammalarsi si consiglia di lavare accuratamente frutta e verdura con dei disinfettanti – anche le insalate ready to eat – prima della manipolazione e del consumo, prestare attenzione alle contaminazioni crociate lavando bene le mani prima, durante e dopo la preparazione degli alimenti a rischio e cuocere bene sia la carne sia le pietanze surgelate già pronte. Bisognerebbe evitare invece di mangiare carni conservate crude (prosciutto e altri insaccati), di toccarsi le mucose dopo aver manipolato carne cruda e anche il contatto con il terriccio potenzialmente contaminato da feci dei gatti. La probabilità di trasmissione al feto aumenta nel tempo, sebbene i rischi vadano a diminuire.

Per la listeriosi invece si consiglia di consumare esclusivamente latte pastorizzato o UHT, evitando anche i formaggi molli se non vi è la certezza che siano prodotti con latte pastorizzato; bisogna evitare invece di mangiare carni fresche non inscatolate e pesce affumicato, e nemmeno prodotti elaborati dalla gastronomia se non vengono nuovamente riscaldati ad elevate temperature; inoltre è bene prestare attenzione alle contaminazioni crociate con cibi crudi e/o provenienti dai banconi di supermercati, gastronomie, rosticcerie.

Anche la salmonellosi può essere pericolosa pertanto si consiglia di lavare accuratamente frutta e verdura prima della manipolazione e del consumo, di lavare sempre le mani e di allontanare persone con la diarrea dalla cucina; inoltre è una buona abitudine refrigerare gli alimenti in piccole porzioni in modo che sia garantito un rapido abbattimento della temperatura, e cuocere tutti gli alimenti derivati da animali – soprattutto pollame, maiale e uova. Si deve consumare solo latte pastorizzato o UHT e proteggere i cibi preparati da eventuali contaminazioni sia di insetti sia di roditori.