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Dieta per dislipidemia

Con il termine dislipidemia o iperlipoproteinemia si intende l’alterazione della quantità di grassi o lipidi normalmente presenti nel sangue.

Sono patologie che possono presentare una forma ereditaria, ed in questo caso sono chiamate primitive e si tratta solitamente di malattie monogeniche – ovvero che si manifestano solo per un difetto genico, la malattia risulta indipendentemente da fattori esterni; più comunemente tuttavia si riscontrano delle forme che si presentano in concomitanza a fattori esterni come l’eccessiva assunzione di grassi attraverso la dieta o come complicanza di una patologia, e vengono in questo caso nominate come secondarie.

L’ipercolesterolemia può essere il risultato di una aumentata conversione delle VLDL in LDL oppure di un difetto nella rimozione di queste ultime

Il pattern caratterizzato da bassi valori della colesterolemia HDL, da alti valori plasmatici dei trigliceridi, e da alterazioni qualitative delle LDL, che assumono maggiore densità e minori dimensioni, è denominato dislipidemia aterogenica o triade lipidica contribuisce in maniera significativa all’aumentata probabilità di eventi vascolari dei soggetti con soprappeso o obesità.

Il mantenimento di un corretto assetto lipidico è correlato alla riduzione del rischio di diverse patologie, soprattutto cardiovascolari. Lo scopo dell’analisi di tale assetto può essere sia di valutare lo stato di salute di un soggetto – quindi di operare uno screening – sia per effettuare diagnosi o monitoraggio di condizioni già instaurate.

Per la loro elevata influenza nel rischio cardiovascolare, il consumo degli acidi grassi saturi si dovrebbe limitare al 10% dell’apporto calorico della dieta.

L’assunzione di omega-3 (ω3) e omega-6 (ω6) diventa particolarmente importante in questi casi per la loro natura di precursori di molecole di mediazione infiammatoria: gli ω3 in particolare attivano i recettori della proliferazione perossisomiale alfa (PPARα) – responsabili dell’incremento del catabolismo degli acidi grassi – e inibiscono la sintesi lipidica e la formazione delle lipoproteine ad alto contenuto (VLDL) in trigliceridi – attraverso l’azione del sensore per la sintesi ed assorbimento del colesterolo LDL (SREBP).

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