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La birra

La birra è tipicamente costituita da acqua, cereali, luppolo e lievito. L’orzo è il cereale più usato.

L’orzo favorisce la concentrazione e l’attività cerebrale in quanto contiene magnesio, fosforo, potassio, vitamina PP, vitamina E, calcio e ferro, per cui oltre ad essere nutriente e tonico, è un ottimo rimineralizzante per le ossa. L’orzo ha notevoli proprietà antinfiammatorie ed emollienti e aiuta il sistema immunitario grazie alla sua abilità nel contrastare le infiammazioni anche sul sistema digerente e su quello urinario.

Il luppolo, con il suo gusto amaricato, bilancia la dolcezza del malto e agisce anche come conservante. Il luppolo (Humulus lupulus) è una pianta conosciuta per il suo utilizzo nella produzione di birra, e contiene al suo interno un potente flavonoide, lo xantumolo. Alla luce dei dati raccolti, gli studiosi hanno concluso che una somministrazione a bassi dosaggi di xantumolo protegge dal danno ossidativo del DNA. In particolare, lo xantumolo è in grado di frenare l’angiogenesi, cioè la proliferazione dei vasi sanguigni che alimentano la crescita dei tumori. Lo xantumolo contenuto nel luppolo della birra sarebbe dunque capace di inibire la proliferazione di carcinomi mammari, ovarici e del colon. Solo alcune birre, però, contengono elevati livelli di questo polifenolo, ed in particolare quelle caratterizzate da un sapore molto amaro e schiuma persistente.

Il lievito fermenta la birra in alcol. La gradazione alcolica varia a seconda del tipo di birra, ma la maggior parte varia dal 4% al 6% di alcol.

Oltre ad essere dissetante e gustosa, la birra apporta vitamine del gruppo B e i folati che svolgono funzioni essenziali per l’organismo, in special modo per la sintesi delle proteine e la formazione del sangue, per la crescita delle cellule e la formazione di nuovi tessuti. La birra è ricca di potassio, un minerale importante per la diuresi. Quando beviamo un bicchiere di birra portiamo nel nostro corpo fibre solubili e polifenoli, antiossidanti naturali che partecipano alla protezione contro le malattie cardiovascolari.

La birra contiene glutine pertanto i celiaci non possono berla o comunque devono scegliere un prodotto specifico privo di glutine.

La birra ingrassa?

Quando vediamo un uomo con la pancia pensiamo al fatto che abbia esagerato con la birra. Tuttavia, non c’è alcuna prova scientifica per sostenere che il consumo moderato di birra produca grasso addominale. Di per sé la birra è poco calorica: 100 ml di prodotto, infatti, contiene meno di 50 Kcal. Attenzione, però, alla bevanda che acquistiamo: spesso alcune birre, specialmente quelle artigianali hanno un’aggiunta di zucchero o caramello (che tra l’altro dona un bel colore ambrato), diventando così molto caloriche; il consiglio, quindi, è di leggere sempre l’etichetta.

La ricetta giusta per non ingrassare resta comunque quella di seguire una dieta equilibrata, che può prevedere un consumo moderato e prudente di alcol, accompagnandola con un costante esercizio fisico quotidiano.

E sul detto popolare “la birra fa latte”?

In passato si raccomandava alle mamme che allattavano di bere la birra, perché si credeva potesse aumentare la produzione del latte. Oggi si sa che la birra non soltanto non aumenta la produzione di latte, ma che il periodo della gravidanza e dell’allattamento rientra in quelle specifiche circostanze e fasi della vita in cui la scelta più sicura è astenersi dal bere alcolici.

È vero che gonfia

Il gonfiore addominale è dovuto alla fermentazione dei cereali della birra da parte del microbiota intestinale e se tale alcolico viene assunto in quantità eccessive favorisce la proliferazione dei batteri “cattivi” potenziandone questo disturbo.

Altri benefici

Il consumo moderato di birra negli adulti può essere compatibile con uno stile di vita sano. Se si beve con moderazione, la birra (come il vino) può anche avere alcuni benefici per la salute. 

Si è scoperto che coloro che consumavano moderatamente alcolici presentavano livelli di colesterolo buono più alti rispetto a chi non beveva alcunché. 

Studi di intervento hanno identificato che i principali processi attraverso i quali questi benefici si attuano sono oltre al colesterolo buono, sono la coagulazione del sangue e il metabolismo del glucosio.

La notevole quantità di vitamina B6 contenuta nella birra sembra prevenire l’incremento, indotto dall’alcol, di omocisteina nel sangue, un amminoacido che provoca dei problemi cardiaci. Pare che un moderato consumo di birra abbia un effetto anti-infiammatorio; in particolare induce a diminuire la concentrazione di due proteine infiammatorie ( proteina C-reattiva e il fibrinogeno) che aumentano il rischio di problemi cardiaci.

In dosi moderate riduce di circa 1/4 i rischi di malattie coronariche, aumenta del 4% il colesterolo “buono” e riduce del 17% il rischio di incidenti cardiovascolari.

Per le donne amanti della birra, una motivazione in più a gustare questa eccezionale bevanda è dovuto ad un aumento dei livelli di estrogeni (androstenedione, estrone, ed estradiolo) prolungandone la funzione ovarica e ritardando, dunque, i sintomi della menopausa. Recenti ricerche suggeriscono anche una minore incidenza di artrite reumatoide nelle donne che hanno un consumo moderato di birra. La birra contiene alti livelli di silicio. La ricerca ha scoperto che una moderata assunzione di birra potrebbe avere altri due effetti sulla salute delle ossa: il consumo moderato di etanolo inibirebbe la perdita ossea, e il silicio aumenterebbe la formazione ossea.

L’eccesso di alcol spazza via qualsiasi beneficio per la salute derivante da un consumo prudente e responsabile.

Quantità consigliate

La dose di birra consigliata è per un maschio adulto ed in salute due, tre volte alla settimana un bicchiere da 350 ml. Per le donne, invece, la quantità consigliata è pari a 250 ml con la frequenza di uno o due bicchieri a settimana, non di più. Ad ogni modo, il consumo di birra deve essere occasionale.

Conclusioni 

La birra è una bevanda alcolica, e come tale va ben dosata e controllata nel consumo. Infatti a bassi dose l’alcool ha degli effetti positivi sull’apparato cardiovascolare. Ad alte dosi al contrario, aumenta il rischio di alcune patologie, come tumori al cavo orale, esofago, stomaco e anche a patologie epatiche. Il consumo deve essere sempre limitato a poche volte a settimane.