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Lo zenzero

Lo zenzero (Zingiber officinale) è una pianta erbacea di origine orientale. In cucina e per i rimedi naturali si utilizza il rizoma di zenzero, fresco oppure essiccato e ridotto in polvere.

I principali componenti chimici sono contenuti nell’oleoresina, responsabile del sapore pungente della spezia; essa contiene gingeroli (33%), shogaoli (prodotti di deidratazione dei gingeroli) e lo zingerone (prodotto di degradazione dei gingeroli). 

Altri componenti dello zenzero sono: carboidrati (di cui l’amido è il componente prevalente, circa il 50%), lipidi (6-8%) ed un olio essenziale (1-3%), costituito prevalentemente da sesquiterpeni, quali il β-bisabolene e il zingiberene, nonché molti monoterpeni tra cui geraniolo, nerale, fellandrene e nerolo.
Le virtù dello zenzero sono soprattutto ascrivibili al suo rilevante contenuto di composti fenolici come il gingerolo, lo shogaolo, lo zingerone e l’oleoresina che oltre che ad impartire alla spezia aroma e sapore mostrano anche notevoli proprietà antiossidanti.

Proprietà digestive

Sul sistema gastrointestinale, lo zenzero permette di accrescere la secrezione di succhi gastrici, stimolare la produzione di bile e favorire la peristalsi. Tale spezia sembra esercitare un’efficace protezione sulle mucose dello stomaco, permettendo così di ridurre i problemi di acidità gastrica. 

Varie sostanze, tra le quali il 6-gingerolo, il 6-shogaolo e lo zingiberene sono in grado di proteggere le pareti dello stomaco dall’ulcerazione causata dalla soluzione di acido cloridrico, etanolo e altre componenti. 

Inoltre i composti bioattivi dello zenzero possono coadiuvare l’azione degli antibiotici nel trattamento di patologie da batteri resistenti, hanno azione antibatterica nei confronti di batteri periodontali e di alcuni ceppi di Helicobacter pylori.

Proprietà antinfiammatorie

Lo zenzero possiede un’elevata capacità antinfiammatoria dovuta principalmente alla presenza di Kaempferolo, un antiossidante capace di inibire la cicloossigenasi-2 (COX-2), enzima inducibile presente durante i processi infiammatori. 

Lo Zingiber officinale è altresì utile per bloccare le prostaglandine, leucotrieni, e citochine tra cui interleuchina 1 e 8 e il fattore di necrosi tumorale α(TNF-α). Inoltre lo shogaolo riduce l’espressione di geni legati a processi infiammatori nei macrofagi.

Proprietà antiemetiche 

Lo zenzero è efficace nel ridurre la nausea sia associata a mal di mare sia in condizione post-operatorie. Chi soffre di chinetosi, infatti, può trovare beneficio dal masticare un pezzetto di zenzero, delle caramelle allo zenzero o nel sorseggiare una tisana a base di questo ingrediente.

Studi volti alla comprensione del meccanismo d’azione, hanno evidenziato un’azione procinetica gastrica, effetto presumibilmente legato ad un’azione antagonista sul recettore serotoninergico 5-HT3 di alcuni componenti dello zenzero.
I recettori 5- HT3 gastrici sono importanti per la genesi del vomito. Evidenze sperimentali lasciano supporre che alcuni componenti dello zenzero blocchino questo recettore, con conseguente riduzione del segnale emetico che arriva a livello centrale, attraverso le afferenze vagali, ed aumento della motilità gastrica: il blocco di questi recettori determina, infatti, un aumento nella liberazione di acetilcolina, un neurotrasmettitore che favorisce la motilità gastrointestinale.

Proprietà toniche 

La pianta esercita una potente azione tonica sull’organismo umano, aiutandolo a combattere lo stress e la stanchezza. Rientra spesso nella composizione di integratori alimentari di origine naturale in grado di ripristinare l’energia. 

Lo si trova per esempio associato a guaranà, ginseng o vitamina C. 

Proprietà antiossidanti

Lo zenzero contiene un gran numero di componenti attive, in particolare antiossidanti (circa una quarantina). Questo significa che è in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi, principali responsabili dell’invecchiamento cellulare.

Falsi miti e virtù da approfondire per avere solide certezze scientifiche

Non esistono al momento studi scientifici autorevoli che confermino la proprietà dimagrante dello zenzero (brucia grassi), ma l’unica certezza è che lo zenzero aiuta a eliminare i gas intestinali in eccesso e, di conseguenza, sgonfia la pancia.

Gli studi condotti per verificare l’efficacia del controllo del diabete andando a ridurre l’assorbimento di glucosio e regolare il rilascio di insulina sono stati fatti in vitro e su modelli animali per cui necessitano di ulteriori conferme ed evidenze a supporto. 

Gli studi in vivo su pazienti diabetici hanno evidenziato degli effetti migliorativi sui livelli sierici di glicemia a digiuno; una guida specifica sulla dose e frequenza di utilizzo dello zenzero sembrerebbe la prossima grande sfida per la comunità di ricerca.

Lo zenzero e i suoi composti funzionali favoriscono l’apoptosi, delle cellule tumorali, inibiscono la crescita e la diffusione di tumori della prostata, del colon, dello stomaco, del seno, della pelle, del fegato, del pancreas e delle ovaie.

Gli studi sono fatti in laboratorio, su culture cellulari, con estratti concentrati o su modelli animali. Le indicazioni sono promettenti ma prima che si possa arrivare a protocolli pratici saranno necessarie estese indagini su soggetti umani.

La scienza ufficiale non riconosce proprietà afrodisiache a  nessuna sostanza presente nella radice di zenzero.

Quando non è consigliato

Lo zenzero è infatti sconsigliato a chi soffre di calcoli biliari (perché stimola il rilascio della bile dalla cistifellea). Chi è allergico a questa pianta può riscontrare eruzioni cutanee o male allo stomaco con gonfiore addominale.

Zenzero: ecco la dose giornaliera giusta e le controindicazioni

Per usufruire delle proprietà dello zenzero ci vogliono almeno 10 g di radice fresca o 2 g di polvere al dì. Si consiglia di non superare i 30-40 g al giorno per evitare che, anziché eliminarli, provochi disturbi gastrici. Infine c’è da dire che il consumo quotidiano e/o in dosi elevate di zenzero non è indicato se si assumono farmaci anticoagulanti, in quanto ne potenzia l’azione.