Negli ultimi 50 anni sono susseguiti diversi studi sul rapporto tra alimentazione e tumori, con particolare riferimento al tumore del colon retto. Nell’articolo vedremo i principi e i metodi dell’epidemiologia, gli studi che hanno evidenziato le correlazioni tra alcuni alimenti e il rischio di cancro, e le raccomandazioni per la prevenzione basate sulla dieta mediterranea.
- Studi pregressi – anche detti caso-controllo, si basano sulle interviste a malati e presentano il problema della distorsione del ricordo, ma sono comunque validi;
- Studi prospettici – partono da un gruppo di individui sani dei quali vengono monitorate le abitudini, in seguito all’insorgenza della malattia i casi vengono analizzati.
Tumore del colon retto (CRC)
- Acidi grassi saturi – la presenza di un’importante percentuale di grassi soprattutto saturi, compreso il colesterolo, potrebbe essere una delle motivazioni alla base della cancerogenicità della carne rossa;
- Composti chimici prodotti dalla cottura e dalla trasformazione – questa problematica è appannaggio soprattutto dei prodotti trasformati e delle carni rosse per via delle elevate temperature con cui sono generalmente cotte (es. cottura alla griglia); i composti chimici che si generano dalla trasformazione e dalla cottura di tali carni sono ad esempio di idrocarburi aromatici policiclici (IPA o PAH) considerati altamente cancerogeni ed appartenenti al gruppo 1;
- Residui di farmaci e sostanze nocive – ipotesi che si basa sulla possibilità che la presenza di residui di farmaci possano in qualche modo influenzare e determinare l’insorgenza di tumori;
- Trasformazione del ferro – il ferro passa da uno stato di ossidazione 2+ a quello 3+ in condizioni di elevate temperature e nel processo di trasformazione della carne (studi sperimentali su cellule e altri modelli hanno dimostrato che questa caratteristica potrebbe determinare una cancerogenicità maggiore della carne rossa);
- Malattie da prioni – rare patologie degenerative del cervello (e raramente di altri organi) progressive, letali e attualmente incurabili che derivano dalla trasformazione di una proteina in una forma anomala chiamata prione, la più conosciuta è la BSE.
Modelli alimentari
- Consumare almeno 1-2 porzioni di verdura a pasto: in realtà, occorre incentivare soprattutto il consumo di verdura, meglio due porzioni a pasto, mentre con la frutta sarebbe meglio non superare le due porzioni giornaliere;
- Consumare abitualmente i legumi, per la fibra e il suo effetto sull’indice glicemico;
- Consumare cereali integrali;
- Consumare olio extravergine di oliva di alta qualità.
Per avere un’indicazione generale e visiva per sapere come dovrebbe essere composto un pasto, è stato ideato il piatto di Harvard, che mostra che i 3⁄4 del piatto dovrebbero essere occupati da alimenti di origine vegetale (1/2 piatto da verdure e 1⁄4 da cereali e sostituti integrali) e 1⁄4 da proteine. La dieta mediterranea con olio evo, frutta secca e basso tenore di grassi previene il rischio cardiovascolare ed il tumore al colon-retto.
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