La nascita della dieta vegetariana risale all’Antico Egitto dove, nel 1550 a.C., i soggetti appartenenti alla classe sacerdotale non dovevano consumare alimenti di origine animale perché considerati impuri; tuttavia a quel tempo anche la popolazione generale era almeno vegetariana perché la carne non era accessibile a tutti.
Dieta vegetariana
Dall’Antica Grecia al Medioevo sono tantissimi i pensatori che richiamano il pensiero vegetariano, da Pitagora influenzato dalle correnti orientali (le religioni orientali – induismo, buddismo e taoismo – invitano ad vegetarianismo per via della reincarnazione) a Socrate che invece ne individuava una motivazione maggiormente politica: l’allevamento richiede un maggior quantitativo di terre e per ottenerle si rendono necessarie delle guerre.
La ripartizione dei macronutrienti è assimilabile a quella della dieta onnivora, sebbene si mangino un po’ meno proteine (12-14%) e un po’ più di grassi (28-30%) mentre i carboidrati sono uguali (50- 55%); la distribuzione delle calorie nel corso della giornata è invece totalmente identica. La piramide alimentare vegetariana vede alla base i cereali integrali (fonti di importanti nutrienti) ed i legumi insieme ai derivati della soia, subito sopra frutta e verdura e diventano importanti anche alimenti come noci e semi oleosi che apportano importanti micronutrienti come vitamine e minerali; latticini, uova e dolci si trovano invece in cima alla piramide.
Per seguire un’alimentazione vegetariana equilibrata, bisogna prestare particolare attenzione alla qualità e quantità dei cibi, alle varie combinazioni alimentari e in caso non bastasse dovrebbero essere prescritti da personale qualificato integratori alimentari.
A seconda del soggetto, dell’età, del sesso e del tipo di vita che ciascuno conduce, la dieta vegetariana deve essere elaborata da un nutrizionista che sa valutare accuratamente le effettive necessità.
Posizioni ufficiali sulla dieta vegetariana arrivano dall’American Dietetic Association e dalla Società Italiana Nutrizione Umana (SINU): la prima sostiene che se ben pianificate queste tipologie di diete sono appropriate ad individui in tutti gli stadi del ciclo vitale inclusa la gravidanza, la prima e la seconda infanzia ed adolescenza oltre che per gli atleti; il Ministero della Salute invece è del parere che “una dieta del genere [latto-ovo- vegetariana] è considerata compatibile con un buono stato di salute nell’adulto, a patto di scegliere e combinare opportunamente gli alimenti, il che, ovviamente, richiede una buona conoscenza del valore nutrizionale dei cibi comunemente consumati”.
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