La sindrome dell’ovaio policistico è un disordine endocrino noto anche come policistosi ovarica, micropolicistosi ovarica, sindrome di Stein-Leventhal o PCOS (PolyCystic Ovary Syndrome); è una delle malattie endocrine e dei disordini metabolici più comuni nella donna in età fertile.
Dieta per ovaio policistico
Essendo un quadro piuttosto eterogeneo, la PCOS si definisce attraverso la combinazione di segni e sintomi correlati alla disfunzione ovarica e all’iperandrogenismo in assenza di altre diagnosi specifiche. L’eziologia rimane non del tutto conosciuta ma recentemente ci sono state evidenze che suggeriscono come essa possa essere un complesso disordine multigenico con forti influenze epigenetiche ed ambientali, inclusi fattori dietetici e riguardanti lo stile di vita. È una patologia tipica della donna in età fertile ma che può presentarsi anche in età adolescenziale; interessa mediamente il 5-10% della popolazione di sesso femminile e rappresenta uno dei fattori eziologici alla base della sterilità femminile di tipo endocrino (presente nel 70-85% dei casi) e dell’abortività nel primo trimestre.
Questo disordine endocrino può essere caratterizzato da:
- Oligo-ovulazione – presenza di cicli ovulatori decisamente irregolari e con liberazione dalle ovaie di un numero di ovuli inferiore a quello che viene ritenuto come normale
- Anovulazione – assenza di ovulazione
- Iperandrogenismo – condizione in cui si verifica un incremento della produzione degli ormoni androgeni
Una donna affetta da questa patologia presenta dismenorrea, amenorrea e problemi di fertilità dovuti ad un’alterazione della produzione degli ormoni sessuali, e sempre più spesso questi sintomi sono associati ad alterazioni di tipo metabolico (che sono proprie della sindrome metabolica), ossia resistenza insulinica, alterazione del profilo glicemico e anche tendenza ad un sovrappeso con un aumento dell’obesità, intesa non soltanto come BMI e aumento della circonferenza vita, ma anche come aumento dei depositi addominali. Nel 50% circa dei soggetti colpiti da sindrome dell’ovaio policistico viene riscontrata obesità di tipo androide e questo si traduce come un aumento del rischio cardiovascolare.
Il controllo del peso e lo stile di vita attivo sono di fondamentale importanza poiché l’attività fisica ed un regime alimentare adeguato hanno un notevole impatto sul quadro metabolico, sulla funzione ovarica e possono contribuire a ripristinare la fertilità.
La dieta deve essere a basso indice e carico glicemico con assunzione di alimenti ricchi di fibre; bisogna che vi sia un’adeguata ripartizione dei macronutrienti energetici ed un adeguato apporto proteico – da gestire anche in base alla fascia di età ed alla composizione corporea. Una dieta povera di grassi saturi trans è bene che sia seguita anche dalle ragazze sano che presentano familiarità per la PCOS. La dieta ipocalorica determina una riduzione dell’iperinsulinemia e del testosterone con aumento dei livelli di SHBG (Sex Hormone-Binding Protein) glicoproteina legante gli ormoni sessuali e steroidi sessuali che regolarizza il ciclo nel 40-50% dei casi. La dietoterapia deve essere il primo approccio terapeutico nella donna obesa affetta da PCOS. Anche l’attività fisica è fondamentale in quanto aumenta la sensibilità all’insulina, incrementa la fibrinolisi ed i livelli di HDL nonché facilita la riduzione del grasso corporeo ed il controllo del peso.