Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI o IBD – Inflammatory Bowel Disease) sono patologie che causano un’infiammazione persistente o ricorrente dell’apparato digerente, con sintomi come diarrea, dolore addominale, sanguinamento rettale e perdita di peso
Dieta per le Malattie infiammatorie croniche dell’intestino
Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino – anche conosciute con l’acronimo MICI o IBS, dal nome inglese Inflammatory Bowel Disease – sono particolarmente importanti data la loro elevata prevalenza. L’eziologia è ancora sconosciuta e si caratterizzano per la presenza di lesioni infiammatorie croniche ricorrenti, pertanto non alterano la funzionalità dell’organo e durano per tutta la vita dal momento della loro insorgenza; non hanno una costanza di manifestazione clinica ma si alternano periodi migliori e peggiori. Nel 10-20% dei casi danno luogo anche a sintomi extraintestinali.
Le principali infiammazioni croniche idiopatiche dell’intestino sono rappresentate dal morbo di Crohn e dalla colite ulcerosa, ma ci sono anche altre patologie meno rilevanti quali la colite indeterminata – prevalenza 5-15%, situazione in cui si presentano delle manifestazioni a carico del colon ma non se ne identificano le cause – e la colite collagenosica o linfocitaria – trattasi di una forma lieve e richiede una diagnosi istologica.
Sono patologie conosciute nella storia, infatti vi sono descrizioni di casi di morte a seguito di colite ulcerosa già alla fine del XVIII secolo: la prima risale al 1859, con la morte di una donna di 42 anni che da qualche mese presentava diarrea e febbre – il risultato dell’autopsia aveva rivelato l’infiammazione ulcerosa del colon, definita come colite ulcerosa semplice. Per l’osservazione della malattia di Crohn invece si richiese quasi un secolo in più. Nonostante i decenni di studi l’eziologia di queste malattie è ancora sconosciuta, e la stessa patogenesi è incerta e si suppone multifattoriale; sono due malattie molto simili soprattutto quando il Crohn colpisce il colon e la diagnosi in questi casi è difficile, tanto da giustificare dei dubbi sul fatto che si tratti di manifestazioni differenti della stessa malattia. Ad oggi l’idea preponderante è che siano malattie distinte.
Le MICI colpiscono indifferentemente entrambi i sessi e si osserva una certa familiarità, con incremento del rischio nei familiari di primo grado; la colite ulcerosa colpisce solitamente gli adulti, mentre il morbo di Crohn anche i bambini piccoli, con insorgenza soprattutto nei giovani fra i 20 e i 30 anni – tanto da rappresentare la più frequente causa di dolore addominale ricorrente nei soggetti tra i 15 e i 25 anni. Si osserva una maggiore incidenza nella razza ebraica. Dal 1930 al 2000 si è osservato un preponderante incremento sia della prevalenza che dell’incidenza di entrambe le patologie, ma ancora non si sa se il dato sia reale o se sia imputabile piuttosto ad un incremento delle sole diagnosi.
Come già accennato, l’eziopatogenesi delle MICI è ancora da approfondire; si tratta di malattie poligeniche, pertanto alla loro insorgenza concorrono diversi fattori:
Fattori genetici
- Maggiore frequenza in specifiche popolazioni – es. ebraica;
- Storia familiare
- Tasso di concordanza nei gemelli monozigoti – 63% nel morbo di Crohn;
- Regioni di suscettibilità in 12 cromosomi–trattasi di genotipi con ridotta attività macrofagica che predispongono anche ad altre malattie;
- Aggressività di malattia – dipende dall’HLA (DRB*0103);
- Manifestazioni extraintestinali – in pazienti caratterizzati da altre malattie autoimmuni, es. della cute.
Fattori ambientali
- Gradiente geografico – non si sa ancora se dipenda dal background genetico, da fattori ambientali, dalla qualità del servizio sanitario;
- Allattamento al seno – preventivo;
- Consumo di carboidrati – fattore di rischio, soprattutto quelli semplici;
- Infezioni – soggetti geneticamente predisposti se infettati da particolari germi(micobatteri, streptococco, pseudomonas, agenti virali) possono manifestare la malattia;
- Vaccinazioni;
- Fumo di sigaretta – incrementa il rischio di morbo di Crohn ma pare diminuire quello di colite ulcerosa.
Alterata risposta immunitaria – interagisce con gli altri fattori
- Nella sede del processo infiammatorio sono presenti linfociti, plasmacellule e mastociti;
- Si associano ad altre condizioni morbose in cui è noto un disordine immunologico;
- Le localizzazioni extraintestinali indicano malattia sistemica
Il miglioramento clinico si ottiene con farmaci che modificano o sopprimono il sistema immunitario (mesalazina, cortisone ed immunosoppressori).
Dieta per le Malattie infiammatorie croniche dell’intestino: malattia di Crohn (MC) e la colite ulcerosa (CU)
La dieta nelle Malattie infiammatorie croniche dell’intestino (MICI) si differenzia nella fase acuta rispetto alla fase di remissione della malattia.
Gli obbiettivi del trattamento sono quelli di correggere eventuali deficit nutrizionali che possono essere determinati dalle accresciute richieste caloriche, dal malassorbimento e dall’aumentata perdita intestinale di proteine ed elettroliti – raggiungendo e mantenendo il corretto stato nutrizionale; di costruire una modalità terapeutica nel periodo perioperatorio; di mantenere lo stato di nutrizione dei pazienti con intestino corto postchirurgico non compensato.
Il trattamento nutrizionale come terapia primaria è capace di influenzare il processo infiammatorio inducendo la remissione nella malattia acuta sia le complicanze; si ha quindi il vantaggio di mettere a riposo l’intestino inducendo una remissione della malattia, ma anche di migliorare lo stato nutrizionale e preparare l’intestino nel pre- e post-intervento chirurgico.