L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce la sindrome metabolica: “complessa patologia cronica multifattoriale caratterizzata da un eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, tale da determinare un rischio per la salute”.
Dieta per la sindrome metabolica
La sindrome riunisce in sé varie condizioni patologiche accomunate dall’instaurarsi dell’insulino-resistenza; essa comprende quindi l’associazione di iperinsulinemia, obesità centrale, intolleranza glucidica o diabete mellito di tipo 2, iperuricemia, dislipidemia e ipertensione arteriosa.
Si tratta di una situazione clinica ad alto rischio cardiovascolare che comprende sia una serie di fattori di rischio sia di sintomi che si manifestano contemporaneamente nell’individuo.
La sindrome metabolica è strettamente correlata all’obesità, ma dipende molto anche dalla tipologia di distribuzione corporea del grasso. Anche gli individui apparentemente magri possono presentare sindrome metabolica, se il loro tessuto adiposo è localizzato sulla zona addominale; è pertanto fondamentale valutare la distribuzione del grasso, anche con una semplice misurazione della circonferenza addominale in ragione a quella dei fianchi.
La sua cura può avvenire solamente attraverso una drastica modificazione delle abitudini alimentari e dello stile di vita in generale.
É indispensabile ottenere una riduzione ponderale mediante una restrizione dell’apporto di calorie, di lipidi saturi e di carboidrati semplici, nonché attraverso l’implementazione di un programma di esercizio fisico aerobico regolare.
Gli obiettivi terapeutici includono il decremento del peso e delle LDL – direttamente correlato con la riduzione dei trigliceridi – e un incremento dei livelli di HDL.