L’intolleranza ereditaria al fruttosio (HFI) e la galattosemia sono due malattie metaboliche ereditarie.
L’HFI è una malattia autosomica recessiva che impedisce il metabolismo del fruttosio a causa di un deficit dell’enzima aldolasi B. I sintomi variano da vomito e diarrea nei bambini a ipoglicemia e danno epatico negli adulti.
La galattosemia comprende un gruppo di malattie metaboliche genetiche rare che impediscono il metabolismo del galattosio. La forma classica può essere grave e potenzialmente fatale, mentre altre forme sono meno severe.
Intolleranza ereditaria al fruttosio
- Deficit di fruttosio-1,6-bisP aldolasi B;
- Iperbilirubinemia;
- Iperuricemia;
- Iperuricosuria;
- Glicosuria;
- Aminoaciduria transitoria;
- Ipofosfatemia;
- Fosfaturia;
- Bicarbonaturia;
- pH urinario elevato;
- Livelli elevati di magnesio plasmatico e urinario.
La terapia per questa patologia è essenzialmente nutrizionale e consiste nell’eliminazione dalla dieta di tutte le fonti di fruttosio, saccarosio e sorbitolo. Il fruttosio è contenuto praticamente in tutta la frutta, ma è presente anche in molti alimenti e soprattutto sotto varie forme in diversi prodotti dietetici industriali o farmaci. È importante anche evitare il digiuno prolungato, soprattutto nei periodi di stress.
Iniziata la terapia dietetica il decorso clinico è caratterizzato da uno sviluppo intellettivo adeguato all’età e dalla normalizzazione della crescita staturale. I bambini piccoli tuttavia spesso continuano ad avere epatomegalia per mesi ed anni nonostante una terapia adeguata; la ragione di tale andamento non è chiara ma può essere correlata con un grado di intolleranza particolarmente elevato a fonti nascoste di fruttosio e saccarosio. Con il trattamento dietetico, la prognosi è ottima, con normale crescita, sviluppo intellettivo e aspettativa di vita.
Galattosemia
Sotto il termine di galattosemia viene compreso un gruppo di malattie metaboliche genetiche rare, caratterizzate da difetti a carico del metabolismo del galattosio e che comportano una serie di sintomi variabili. Queste malattie sono tutte autosomiche recessive e comprendono:
- Galattosemia classica – grave e potenzialmente fatale.
- Deficit di galattochinasi – forma lieve rara; sviluppo di cataratta se non trattata.
- Deficit di galattosio epimerasi – forma molto rara di gravità variabile, simile alla forma grave della galattosemia classica.
Il galattosio è una fonte di energia fondamentale per l’uomo, ma affinché posso essere utilizzato deve essere convertito in glucosio. I principali enzimi coinvolti in questo processo sono tre, e pertanto si distinguono tre tipi di malattia: la galattosemia classica (o di tipo I) vede un deficit di galattosio-1- fosfato uridiltransferasi (GALT); quella di tipo II invece riguarda la galattochinasi; infine la galattosemia di tipo III presenta degli errori nell’uridindifosfato galattosio- 4- epimerasi (GALE).
Il deficit di ognuno di questi tre enzimi porta ad una conversione difettiva del galattosio in glucosio; generalmente i primi segni della malattia si presentano nel periodo neonatale a seguito dell’ingestione del lattosio con il latte materno.
Le conseguenze biochimiche dei difetti genetici nel metabolismo dello zucchero sono rappresentate dall’aumento di esso e dei suoi metaboliti nei fluidi corporei. Il quadro clinico della forma classica si presenta già in epoca neonatale con una epatopatia con segni di severa insufficienza epatocellulare (ittero, ipoglicemia, coagulopatia, ipoalbuminemia) in alcuni casi associato a gravi crisi neurometaboliche e da severe complicanze a lungo termine.
Sono state tuttavia anche descritte forme con minore impegno clinico, fino a quadri oligosintomatici e con normale sviluppo.
I neonati in genere assumono oltre il 20% del fabbisogno calorico sotto forma di lattosio, un disaccaride formato da una molecola di glucosio e una di galattosio. In assenza dell’enzimagalattosil-transferasi i pazienti non sono in grado di metabolizzare il galattosio-1-fosfato,l’accumulo del quale è il principale determinante del danno epatico, renale, e cerebrale. Il danno può colpire in utero i feti affetti di madri eterozigoti mediante il passaggio transplacentare del galattosio che origina dalla dieta delle madri o mediante produzione endogena di galattosio da parte del feto stesso.
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