Skip to main content

Sono vari i fattori che influenzano le nostre abitudini alimentari: queste sono modellate da motivazioni culturali, sociali, emotive, etiche e religiose. Spesso mangiamo per piacere, comodità o abitudine, e la disponibilità di cibo influenza le nostre scelte.
È importante seguire una dieta equilibrata e abbandonare il trend anticircadiano, che vede molte persone mangiare poco durante il giorno e abbondantemente la sera, contrariamente alle necessità del nostro organismo.
Dal dopoguerra ad oggi si è assistito ad un cambiamento delle abitudini alimentari con un aumento del consumo di cibi processati e un incremento preoccupante dell’obesità e del diabete, soprattutto tra i bambini.

Ognuno di noi ha un suo stile alimentare che è influenzato dalle abitudini, acquisite anche dalla famiglia, dall’ambiente e dalla cultura.

Le motivazioni per le quali mangiamo determinati alimenti sono molteplici, e si tratta di una mescolanza di fattori:

  • Perché ci piace.
  • Perché ci fa bene (o almeno lo pensiamo).
  • Perché è quello che acquistiamo sempre.
  • Perché e già pronto e non abbiamo voglia di cucinare.
  • Perché non vogliamo che qualcosa vada a male.

I fattori sono culturali e sociali – distinzione rispetto alle altre persone, come il caviale. I fattori emotivi sono indubbiamente molto importanti, ad esempio l’assunzione di dolci stimola il rilascio di serotonina nel corpo. Le motivazioni etiche e religiose possono essere molto importanti, come non nutrirsi di animali e derivati. Mangiare stagionalmente è importante ma sono di grande influenza anche fattori politico-economici e commerciali, ad esempio l’assortimento di prodotti che si trovano in vendita nei supermercati non è un elemento trascurabile.

Lo stile alimentare è fondamentalmente il frutto di uno spietato calcolo costi -benefici che l’individuo opera più o meno consapevolmente.

Spesso la nostra nutrizione si organizza con un trend anticircadiano: durante la notte il corpo si dovrebbe riposare, quindi la grande mangiata in tarda serata crea un impegno importante all’organismo in quanto digerire il cibo è un’attività molto costosa. Spesso non si tiene conto di questo, molte persone al mattino fanno una colazione veloce o non la fanno, a pranzo dovendo lavorare si mangia poco per non appesantirsi e la sera a cena si sente la fame mangiando esageratamente. Magare l’assunzione calorica totale non è esagerata ma il trend non si sposa con le necessità del nostro organismo che sarebbero quelle di fare una buona colazione, un buon pranzo e quindi di mantenersi più leggeri a cena. Sarebbe importante intervallare i pasti con qualche spuntino.

Non è da sottovalutare poi l’aspetto dell’offerta imponente che si può ritrovare ai giorni nostri: siamo costantemente a contatto con cibi, e l’abbondanza ci ha fatto cambiare non solo il peso ma anche le porzioni che richiediamo.

A partire dal dopoguerra ci sono stati molti cambiamenti, nella speranza di vita – correlata ad una maggiore sicurezza alimentare ma anche al progresso in campo medico-farmaceutico – con l’aumento del consumo proteico è aumentata anche l’altezza media, ma quelli che hanno subito la più grande impennata sono proprio i consumi, in generale. Dagli anni 50 l’esplosione del benessere ha fatto registrare un picco impressionante che ancora non si sta arrestando, forse un pochino in Europa ma la salita riguarda tutti i paesi che hanno prima attraversato un periodo di stenti.

Il risultato è anche che l’obesità in Europa ha un’incidenza molto importante, soprattutto nei bambini. Anche il diabete sta incrementando la sua incidenza con un ritmo preoccupante. In Italia si vede che nei bambini di 8-9 anni – età in cui si inizia ad avere una certa indipendenza dal punto di vista alimentare – l’obesità sta aumentando di importanza, soprattutto al Sud (in Campania maggiore del 50%).

L’aumento dell’obesità negli USA si è verificato in maniera più consistente negli stati dove i fast food operano delle politiche dove propongono la porzione più grande con un piccolo incremento di prezzo.

L’industria alimentare risponde offrendo una ampia scelta di cibi che devono presentare una lunga shelf life in modo da soddisfare sia le necessità dell’azienda che li produce e distribuisce, sia quelle del consumatore che desidera fare la spesa più di rado; come conseguenza i cibi sono ampiamente processati e impoveriti – raffinati, poveri di micronutrienti, ricchi di sale, zuccheri, grassi, conservanti – anche se ad oggi si sta nuovamente cercando di migliorarne la qualità ed infatti si iniziano a trovare prodotti ad esempio integrali o composti anche da farine particolari. Questi cibi in ogni caso devono catturare il consumatore per praticità, convenienza, gusto e soddisfazione; la cena viene vissuta come ricompensa per le giornate stressanti.

Sei alla ricerca di un biologo nutrizionista nelle province di Padova o Venezia per una dieta personalizzata?
CONTATTAMI!