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Polipi: cosa sono, come si formano e le loro classificazioni. Connessione tra i polipi e il rischio di carcinoma secondo il modello adenoma-carcinoma. Sintomi, diagnosi attraverso colonscopia e altre tecniche diagnostiche, nonché le complicanze associate ai polipi.

Con il termine polipo si indica qualsiasi neoformazione che aggetta nel lume di un organo cavo; qualora si originino dalla mucosa possono essere epiteliali o mesenchimali, mentre la sottomucosa è sempre associata a polipi mesenchimali. Nella mucosa intestinale normale l’attività proliferativa è presente solamente ai due terzi inferiori delle cripte ghiandolari e nel terzo inferiore avviene un’elevata sintesi di DNA; nel polipo neoplastico (adenomatoso) c’è uno slittamento della zona proliferativa dalla base verso l’apice con conseguente accumulo di cellule proliferanti sulla superficie della mucosa. Eventi tipici che caratterizzano la genesi di un polipo sono un’aumentata proliferazione cellulare con alterata differenziazione epiteliale, oltre alla presenza di una morfologia cellulare atipica e di disordine architetturale. Le alterazioni dell’adenoma variano in rapporto al grado di displasia che può essere lieve, moderata o severa.

Si possono effettuare tre tipi di classificazione, in base a:

  • Superficie – liscia o villosa
  • Base d’impianto – si parla di polipi sessili se originano direttamente dalla mucosa intestinale, mentre di polipi peduncolati se sono uniti alla parete da un peduncolo
  • Numero – possono essere unici, multipli (1-100) o poliposi (>100)

L’importanza clinica dei polipi è dovuta soprattutto alla possibilità che a partire da essi si presenti un carcinoma, secondo la teoria di Fearon e Vogelstein che hanno proposto il modello della sequenza adenoma-carcinoma. Sono presenti numerosi dati a favore della bontà di quest’ultimo, come la presenza della stessa distribuzione anatomica per l’adenoma ed il cancro del colon-retto, il fatto che l’età media di insorgenza degli adenomi precede di 10 anni quella del cancro, e che nei polipi di dimensioni superiori ad un centimetro il rischio di cancro sia aumentato. Molti dei tumori inoltre insorgono proprio su polipi adenomatosi di cospicue dimensioni, mentre la loro eliminazione ne riduce l’incidenza. La prevalenza sia degli adenomi che del cancro aumenta con l’età.

Per quanto riguarda la clinica, i polipi sono solitamente asintomatici ma possono dare sanguinamento con anemizzazione cronica, diarrea mucosa (soprattutto adenomi villosi del retto) e occasionalmente andare incontro a prolasso. In caso di subocclusione intestinale o di intussuscezione possono provocare coliche addominali, mentre se sono localizzati nel retto tenesmo; molto raramente si presenta disionia.

Diagnosi

La diagnosi vede come esame di prima scelta la colonscopia, poiché essa consente anche di asportare direttamente il polipo ed effettuare biopsie; attraverso la cromoscopia si può effettuare una magnificazione delle immagini. Si possono presentare tuttavia delle complicanze: dallo 0,7 al 2,5% dei casi si verifica emorragia, nell’1% perforazione intestinale e rarissimamente la rottura del colon. Si può scegliere di effettuare una colonscopia virtuale ovvero una TAC con peculiare interesse all’intera cornice colo-rettale di cui viene effettuata una ricostruzione tridimensionale al computer – la quale presenta tuttavia lo svantaggio di essere molto costosa, di non consentire un immediato intervento operativo ed è pertanto poco diffusa; altri esami sono il clisma opaco a doppio contrasto – che non viene più svolto – e la push enteroscopy, svolta sui polipi del digiuno poiché specifica per la primissima parte dell’intestino.

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